Coronavirus e allergie primaverili

08/04/2020

Gli esperti prevedono per quest’anno un minore impatto delle allergie primaverili, complici le tante ore trascorse in casa, e la riduzione dell'inquinamento atmosferico.

La Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (siaaic.org), prevede che in queste settimane caleranno i sintomi delle allergie primaverili. Stare a casa riduce, infatti, l’esposizione agli allergeni e indossare la mascherina all’aperto contribuisce a proteggere dai pollini, che restano intrappolati nel filtro, senza arrivare alle vie aeree. Inoltre, il calo dello smog ridimensiona l’impatto delle eventuali crisi respiratorie.

Come distinguere virus e allergia.
Di fronte a una raffica di starnuti, però, il dubbio resta: sarà allergia o un primo segno del coronavirus? «Chi già è allergico conosce bene i propri sintomi: anche la tosse, che spesso è presente e secca come quella da virus, in genere è molto meno violenta se provocata dagli allergeni».

Gianenrico Senna, presidente SIAAIC: «Più difficile distinguere, per chi dovesse diventare allergico adesso, ma alcuni segni aiutano: in caso di allergie non c’è febbre, né dolori muscolari o debolezza fisica come nell’infezione virale. Inoltre, tipicamente l’allergico ha prurito in gola o nel naso e starnutisce a raffica mentre con il virus non accade; infine, se prendendo l’antistaminico i sintomi migliorano, non è coronavirus».

La terapia oggi conta ancora di più
Oggi peraltro è ancor più importante aderire scrupolosamente alle terapie, perché, come specifica l’esperto: «I cortisonici inalatori non hanno effetti negativi né espongono a un maggior rischio di complicazioni da Covid-19: vanno assunti secondo la prescrizione del medico, perché gli allergici devono evitare crisi asmatiche che richiedano l’ingresso in pronto soccorso».

Coronavirus e allergie primaverili